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PNRR: COSA SONO LE HYDROGEN VALLEYS E QUALI SONO I PROGETTI SULL'IDROGENO VERDE IN ITALIA?
Monday 13 June
PNRR: COSA SONO LE HYDROGEN VALLEYS E QUALI SONO I PROGETTI SULL'IDROGENO VERDE IN ITALIA?

Parte centrale nel percorso italiano verso la transizione ecologica è la produzione di fonti di energia rinnovabili. Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia sono le prime Regioni ad annunciare la futura nascita di impianti di produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse. Alla creazione di energia si affianca l'obiettivo di promuovere la ricerca tecnologica in questo ambito.

L’Italia continua a camminare verso la transizione ecologica, come previsto dalle missioni del Pnrr. Centrale in questo percorso è il ricorso al cosiddetto idrogeno verde, essenzialmente idrogeno prodotto attraverso l’elettrolisi dell’acqua in strutture alimentate da fonti rinnovabili come il fotovoltaico, il recupero di scarti industriali e il calore raccolto da impianti solari. I fondi del Pnrr utilizzabili per i progetti legati all'idrogeno sono di 3,6 miliardi di euro.

In questo ambito sono partiti i protocolli per la realizzazione delle 'Hydrogen Valleys', siti di produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse. Cinque le regioni interessate nelle prime fasi dell’attuazione di questo punto del Pnrr: Piemonte, Friuli-Venezia-Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia.

Il ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani parla di un progetto che rimetterà l’Italia "in linea con i migliori Stati Ue in un settore strategico per il futuro". Il premier Mario Draghi sottolinea l’impatto che le Hydrogen Valleys andranno ad avere non solo sul fronte della sostenibilità ambientale, ma anche sull’occupazione, creando nuovi posti di lavoro.Le cinque Regioni capofila andranno a individuare cinque progetti di ricerca collaterali a quelli di produzione di idrogeno, al fine di aprire a nuove future possibilità sull'impiego di questa fonte di energia. 

In Puglia gli interventi riguarderanno anche l’area dell’ex Ilva di Taranto. La Regione ha infatti candidato la città a diventare "il polo, se possibile nazionale, per la sperimentazione delle tecnologie che consentiranno di usare l'idrogeno anche nella fase industriale dell'acciaio", ha spiegato il governatore Michele Emiliano.

Il Piemonte, che si prevede investirà 80 milioni di euro aggiuntivi oltre alle risorse del Pnrr, ha già individuato “28 siti industriali dismessi che si sono candidati a diventare centri di produzione di idrogeno”, ha detto il governatore Alberto Cirio.
Dodici sono a Torino, otto a Novara, quattro a Cuneo, tre in provincia di Verbanio-Cusio-Ossola e uno a Vercelli. Cirio pensa già ad allargare le sperimentazioni ai trasporti, utilizzando “l'idrogeno sul trasporto locale stradale e ferroviario, rinnovando il parco flotte con bus e treni verdi. In Piemonte, inoltre, potrebbero essere installati i punti di ricarica e approvvigionamento di idrogeno per i tir in arrivo dal Nord Europa”.
Per la Basilicata, il presidente di Regione Vito Bardi ha invece parlato di siti di stoccaggio e distribuzione di idrogeno e metano liquido (Gnl) "nelle principali aree industriali della regione Basilicata". Anche qui, alla produzione si affiancherà la ricerca, con la creazione di un "centro di alta tecnologia nazionale per la realizzazione di progetti di ricerca e trasferimento tecnologia sulla mobilità ad idrogeno". Altre Regioni avevano già annunciato i loro piani per la creazione di una Hydrogen Valley. Il Lazio, ad esempio, ha individuato la zona del Lago di Bracciano, presso il Centro ricerche Enea della Casaccia. In questo caso non si tratta di recuperare aree industriali dismesse, ma piuttosto di creare un hub che vada a studiare tecnologie, servizi e prodotti collegati all’idrogeno.

In Puglia gli interventi riguarderanno anche l’area dell’ex Ilva di Taranto. La Regione ha infatti candidato la città a diventare "il polo, se possibile nazionale, per la sperimentazione delle tecnologie che consentiranno di usare l'idrogeno anche nella fase industriale dell'acciaio", ha spiegato il governatore Michele Emiliano.

Il Piemonte, che si prevede investirà 80 milioni di euro aggiuntivi oltre alle risorse del Pnrr, ha già individuato “28 siti industriali dismessi che si sono candidati a diventare centri di produzione di idrogeno”, ha detto il governatore Alberto Cirio.

Dodici sono a Torino, otto a Novara, quattro a Cuneo, tre in provincia di Verbanio-Cusio-Ossola e uno a Vercelli. Cirio pensa già ad allargare le sperimentazioni ai trasporti, utilizzando “l'idrogeno sul trasporto locale stradale e ferroviario, rinnovando il parco flotte con bus e treni verdi. In Piemonte, inoltre, potrebbero essere installati i punti di ricarica e approvvigionamento di idrogeno per i tir in arrivo dal Nord Europa”.

Per la Basilicata, il presidente di Regione Vito Bardi ha invece parlato di siti di stoccaggio e distribuzione di idrogeno e metano liquido (Gnl) "nelle principali aree industriali della regione Basilicata". Anche qui, alla produzione si affiancherà la ricerca, con la creazione di un "centro di alta tecnologia nazionale per la realizzazione di progetti di ricerca e trasferimento tecnologia sulla mobilità ad idrogeno".

Altre Regioni avevano già annunciato i loro piani per la creazione di una Hydrogen Valley. Il Lazio, ad esempio, ha individuato la zona del Lago di Bracciano, presso il Centro ricerche Enea della Casaccia. In questo caso non si tratta di recuperare aree industriali dismesse, ma piuttosto di creare un hub che vada a studiare tecnologie, servizi e prodotti collegati all’idrogeno.

Idrogeno verde e mobilità sostenibile sono invece i fulcri di H2iseO Hydrogen Valley, progetto tra FNM, FerrovieNord e Trenord che punta alla decarbonizzazione del trasporto pubblico con il coinvolgimento dell’idrogeno nel funzionamento della linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo.

Spostandosi sulla costa Adriatica, all’altezza di Ravenna, si guarda alle rinnovabili offshore con il progetto Agnes che vuole affiancare la produzione di idrogeno a quella di energia eolica e solare.

 

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