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IDROGENO VERDE: ECCO PERCHE' PUO' ESSERE LA SOLUZIONE PER UN'EDILIZIA SOSTENIBILE
Tuesday 10 May
IDROGENO VERDE: ECCO PERCHE' PUO' ESSERE LA SOLUZIONE  PER UN'EDILIZIA SOSTENIBILE

Solo fra qualche anno potremo verificare se la guerra, entrata prepotentemente nel nostro vissuto dal 24 febbraio scorso, avrà avuto almeno il ruolo positivo di porre come inderogabile il tema della autonomia delle forniture energetiche, mantenendo intatti gli obiettivi di contenimento delle emissioni che alterano il clima. In tale contesto ci viene incontro in prospettiva l’idrogeno verde, ossia quello prodotto da fonti rinnovabili.

A oggi il miglior vettore disponibile per affiancare l’accumulo di energia elettrica generata da rinnovabili, che sono note per essere instabili e discontinue in quanto dipendenti dalle condizioni atmosferiche. L’idrogeno è vettore energetico ottimale per essere stoccato. Può essere utilizzato come soluzione di accumulo di energia. E non basta. Può fungere anche da supporto per limitare i consumi energetici e delle emissioni di C02 di cui è responsabile il settore delle costruzioni. La Commissione europea per la transizione energetica ha visto negli edifici esistenti l’oggetto su cui intervenire per avere risultati in breve tempo e si prefigge di riqualificare e rigenerare il 3% dello stock abitativo esistente. L’obiettivo è agire su ciò che abbiamo.

In Italia consumiamo circa 32 miliardi di metri cubi di gas ogni anno per il riscaldamento degli edifici. Dunque agire sullo stock abitativo è una delle priorità e l’idrogeno integrato con le rinnovabili e una delle soluzioni tecnologiche da perseguire. Il Mezzogiorno è già oggi l’area italiana dove sono concentrate le maggiori produzioni da fonti rinnovabili. Alcune regioni del Sud hanno il doppio, per esempio, dell’irraggiamento rispetto all’Europa continentale. Il Mezzogiorno, oltre che un grande hub della generazione di energia elettrica da fonti pulite, può svolgere anche la funzione di piattaforma euromediterranea dell’idrogeno verde.
In Italia la certificata obsolescenza funzionale e strutturale del patrimonio esistente ha reso il patrimonio edilizio regionale e nazionale inadatto a rispondere alle sfide di sostenibilità richieste dall’Unione Europea: infatti il 75% degli edifici è stato realizzato prima del 1990, e il 45% degli edifici è stato realizzato prima dell’introduzione di standard sulle performance energetiche. In definitiva il climate change resta nel novero delle priorità globali. Ed è per questo che l’Europa individua nell’idrogeno una soluzione determinante per arrivare ai traguardi prefissati per una completa decarbonizzazione dell’economia UE entro il 2050. L’invasione dell’Ucraina ha reso evidente lo squilibrio di un’Europa che importa oltre il 40% del suo consumo totale di gas dalla Russia, da cui provengono anche il 27 % delle importazioni di petrolio e il 46 % delle importazioni di carbone.

Ecco perché il recente programma RePower EU si innesta sul pacchetto “Fit for 55”, anticipando le scadenze relative all’efficientamento degli edifici e della produzione di energia solare ed eolica, di risparmio energetico e della produzione di biometano e idrogeno verde, affinché entro il 2030 si arrivi ad affrancarsi totalmente dal gas russo. La Commissione sostiene, attraverso RePower Europa, la realizzazione progetti pilota per la produzione e il trasporto di idrogeno verde e la realizzazione di nuove infrastrutture ibride gas/idrogeno anche portuali. L’obiettivo è arrivare a 20 mega tonnellate di idrogeno verde entro il 2030, aggiungendo 15 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile ai 5,6 già previsti dal pacchetto FF55 entro quella data.

Ennio Rubino

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